GLI INFERMIERI NELLA RICERCA

(2006 – McGraw-Hill, Milano)

Nel 2000 l’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha emanato un documento che delinea la formazione infermieristica e ostetrica, sottolineando come il curriculum debba essere basato sulla ricerca, sull’evidenza e sulla competenza. Per quanto riguarda la ricerca, va segnalato come nella nostra attuale formazione non esista un corso di metodologia della ricerca infermieristica. Anche se nel curricolo non è previsto, questo tema è essenziale per sviluppare le competenze necessarie non solo alla pratica quotidiana, ma anche a un efficace contributo al progresso dell’assistenza infermieristica e ostetrica. In realtà, più discipline concorrono – e sono utili – all’integrazione delle conoscenze necessarie per raggiungere lo scopo della conoscenza, anche in questo campo, indispensabile per l’infermiere. Esse sono: l’infermieristica, che fornisce i contenuti, la statistica, l’epidemiologia, per gli aspetti di metodo, e la deontologia professionale, che guida il comportamento del professionista infermiere. Questo testo di metodologia della ricerca infermieristica attinge da altre discipline alcuni concetti e strumenti, reinterpretandoli in un approccio originale e sempre legato alla realtà. Questo legame con la realtà non è un limite, bensì un pregio che, di fatto, valida la professione; il libro è rivolto a professionisti che agiscono quotidianamente nella realtà e che in essa devono dimostrare la loro competenza. Nella prima parte del testo si esamina la differenza fra ricerca sociale e ricerca scientifica e le motivazioni della mia scelta, orientata verso la ricerca sociale. Infatti, l’integrazione esistente fra le varie discipline nel momento formativo ha dimostrato la forte prevalenza dell’aspetto scientifico nella formazione infermieristica che, non a caso, è inserita nella Facoltà di Medicina e Chirurgia. L’infermiere però non assiste la malattia, bensì la persona e, per molti aspetti, l’approccio dato dalle scienze umane è indispensabile. Nel prosieguo del libro, ho applicato la metodologia della ricerca sociale all’assistenza infermieristica, introducendo il concetto di ‘livelli’ nei vari esempi. Ad esempio, la preparazione all’osservazione non può essere data per scontata ed è necessaria fin dal primo approccio con l’assistito, dalla prima richiesta di raccolta dati; essa è indispensabile per la compilazione della cartella infermieristica, quando si identificano i bisogni di assistenza infermieristica della persona e per i problemi che ciò comporta, per l’infermiere, nell’ambito clinico, organizzativo e di gestione. E’ evidente che dai bisogni della persona scaturiscono i problemi che gli infermieri devono risolvere a vari livelli, ma alla base, sempre e comunque, vi è la raccolta dei dati necessari per l’intervento di risoluzione del problema. A questo punto pertanto, sempre a proposito di formazione, insorgono, quantomeno, due domande: – in quale momento della formazione infermieristica può essere utile un testo di metodologia della ricerca infermieristica? Esso è necessario a tutti i livelli formativi; bisogna saperlo integrare con le altre discipline per far si che non abbia la presunzione di essere esaustivo di tutte le discipline; è bene saper cogliere gli aspetti utili coniugandoli alla disciplina infermieristica. – a quale livello può essere applicato il metodo e con quali strumenti? Anche se è molto difficile mettere paletti rigidi, gli spunti, per un’esauriente risposta alla domanda, partono dall’analisi di alcuni documenti quali il Rapporto del Consiglio D’Europa sulla ricerca infermieristica e le Linee guida per la formazione universitaria a più livelli elaborate dalla Federazione Nazionale dei Collegi Infermieri (IPASVI). Nel corso della trattazione si è reso poi indispensabile approfondire ‘quale’ formazione sia da richiedere a coloro che utilizzano gli strumenti della ricerca. In taluni casi è preferibile che i ricercatori non possiedano conoscenze rispetto all’oggetto di indagine, riducendo ovviamente la possibilità di interferenze interpretative. In altri, quando vi è la richiesta di una valutazione (ad esempio utilizzando una scala di valutazione), si rende necessario che il ricercatore possieda una sufficiente conoscenza dei fenomeni oggetto di indagine. Essendo questo un libro rivolto agli infermieri ho scelto questa seconda ipotesi ove si prevede che gli infermieri siano ricercatori. Desidero infine rimarcare come questo testo nasca dall’esperienza di molti anni di insegnamento nel corso di Metodologia della ricerca infermieristica svolto alla Scuola Universitaria di Discipline Infermieristiche dell’Università degli Studi di Milano di cui ero responsabile. Corso che è stato costruito negli anni, in un continuo interscambio docente-discenti, e che mi ha portato ad operare determinate scelte di indirizzo e a raffinare, sempre meglio, gli strumenti utili nella metodologia stessa. Ricordo nel corso degli anni le schede, i questionari, le osservazioni, la ricerca sulle azioni e gli atti delle prestazioni infermieristiche, la messa a punto di tutti gli aspetti metodologici della ricerca nella quale piccoli gruppi di studenti si cimentavano ad approfondire un aspetto, un argomento, che diventava poi patrimonio comune durante vivaci discussioni al momento della presentazione del loro elaborato; ciò era propedeutico al loro impegno nel preparare il protocollo di tesi con il quale concludevano il corso e spesso diveniva la traccia per la conclusione dei loro studi.

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